La fascia forma il sistema più grande del corpo perché è il sistema che tocca tutti gli altri sistemi.
I tipi di tessuto connettivo, di cui è fatta la fascia, variano a seconda della loro posizione nel corpo. Gli spazi tra gli organi sono ad esempio circondati da un tessuto connettivo piuttosto leggero, mentre gli strati fini attorno ai nostri muscoli sono molto compatti e sopportano grandi forze di trazione.
Nel corpo la fascia è quasi dappertutto, si tratta di un SISTEMA FLUIDO TENSIONALE, paragonabile alla struttura bianca che contiene e dà forma agli spicchi di un agrume. Provate a immaginarvi un’arancia: la polpa è circondata e attraversata da una pelle bianca, e sul lato esterno presenta una pelle dura, la buccia. Così come la buccia e la pelle tengono insieme un’arancia, la fascia struttura il nostro corpo: ogni organo, ogni fibra muscolare, ogni capsula ha un involucro composto dal tessuto connettivo. Le fasce danno forma al nostro corpo, lo proteggono, lo sostengono, fungono da impalcatura. Senza la fascia, noi di fatto crolleremo.
Ruolo della fascia. La fascia è responsabile del funzionamento del nostro corpo e della nostra libertà di movimento. La fascia rifornisce i nostri organi: le arterie, le vene, i linfonodi e i nervi. Lega, stabilizza, racchiude e separa i muscoli e gli altri organi interni.
Contribuisce alla propriocezione, ovvero la capacità di percepire la propria posizione e il movimento del corpo nello spazio. Coadiuva la percezione del dolore, degli stimoli esterni, delle informazioni “interne” del corpo.
La disfunzione fasciale può derivare dalla lenta evoluzione di un trauma, da lesioni che portano a infiammazione, da un recupero inadeguato del tessuto, dal processo di invecchiamento e dall’inattività fisica. Ogni persona ha un tessuto connettivo diverso: va da troppo lassa, cioè “estremamente flessibile” a causa del tessuto connettivo sciolto (prolasso degli organi, instabilità articolare, cellulite e smagliature), a troppo rigida cioè “estremamente robusta” quindi un tessuto connettivo rigido (restrizione della mobilità, lesione dei tendini). Possono verificarsi anche casi di fascite (infiammazione) e aderenze (alterazione che rende la fascia più rigida e meno scorrevole).
La fascia reagisce alle sollecitazioni e si adegua, si rinnova costantemente: nel corso di un anno è sostituita circa la metà del tessuto fasciale. Di conseguenza i cambiamenti duraturi si notano solo dopo diversi mesi di stimolazione.
Una fascia morbida e idratata è una fascia in salute: la nostra mobilità, integrità ed elasticità sono determinati in gran parte da come è ben idratata la nostra fascia. Infatti, quello che noi chiamiamo “allungare un muscolo” in realtà sono le fibre del tessuto connettivo (collagene) che scivolano tra di loro sulle proteine mucose. L’idratazione della fascia si ottiene muovendo il corpo in tutti gli angoli che si possono raggiungere e massaggiando il tessuto fasciale.
Come possiamo stimolare, allenare correttamente la fascia e portarla in uno stato di salute e equilibrio? Esistono diversi metodi, uno di questi è il Rilascio Miofasciale (Muscoli + Fascia = Miofascia) e l’ Auto-massaggio, pratica esplorata durante la Masterclass Radicamento.
Un altro è la pratica in alternanza di Yoga nella sua variante yang (sequenze dinamiche e potenti) e nella sua variante ying (allungamento e tenuta delle posizioni dai 2 ai 10 minuti): tutti i tessuti del corpo sono una miscela di qualità yin e yang e devono quindi essere stimolati in modo yin e yang.
Durante la pratica di Yin Yoga, la fascia, i muscoli ed i legamenti lavorano a livello profondo grazie agli allungamenti prolungati che provocano uno stress passivo e delicato e la stimolazione delle capsule articolari, migliorandone la mobilità.
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Kate Anika